Teatro Stabile Gravina

Direttore artistico FRANCO TORRISI

 

Don Michele (commedia in tre atti di N. Puglisi)

 

di Mara Di Maura

 

Il pulsare di una sicilianità autenticamente nostra, il respirare una genuinità spiccatamente nostrana, non priva di un lieve sorriso amaro nei confronti della natura umana, il tutto rivestito di uno stile immediato, privo di inutili orpelli, uno stile che tocca subito il cuore, perché parla la nostra stessa lingua, quella della gente comune che legge con acume il significato della vita nella prosaicità delle situazioni più usuali.La ricetta della drammaturgia di Natale Puglisi è di facile digeribilità ma,nella sua inconfondibile leggerezza, scava a fondo,lascia sazi sì, ma reca dietro di sé un retrogusto amaro. La commedia in tre atti " Don Michele" ci conduce per

mano, mellifluamente ma anche con consapevole riflessione, verso una sarcastica rassegnazione dinanzi alla debolezza dell’uomo, avendo cura di rimanere, comunque, in un piccolo cantuccio di distaccata osservazione, ben lungi dalla benché minima forma di moralismo. Il nostro protagonista, non a caso, somiglia alquanto al rationeur pirandelliano, ma,
a differenza del conterraneo, alla fine della pieces, grazie ad una classicissima agnizione, si rivela vittorioso, può godere del proprio momento di gloria, del proprio riscatto. Permane, ad accomunare entrambi, una dignità di fondo, per quanto lo scatto drammatico conclusivo, che consente a Don Michele di trascinare il pubblico verso il sorriso e la comicità, allontani il personaggio dal ben più corposo spessore tragico della tipica figura pirandelliana. Quest’anziano, tradito dagli affetti familiari, in una società sempre più superficiale, riecheggia di certe figure eduardiane. E non è un caso che, tra una risata e l’altra, il pubblico sia indotto a pensare alla propria condizione di "Homo videns", direbbe Sartori, di uomo alienato nella nuova dimensione forgiata dall’audiovisivo televisivo. Ad ogni modo ciò che conta è che le tematiche a tinte più grigie rimangano solo sullo sfondo compensate o, per meglio dire, stemprate da una cromatica leggerezza, filtrate dai colori vivaci del dialogo dialettale, dall’efficacia comunicativa delle battute di tutto un drappello di coppie, vicini e comari chiassose. Nel segno della più peculiare tradizione comica siciliana.



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