Teatro Stabile Gravina

Direttore artistico FRANCO TORRISI

 

Un killer chiamato Damigiana

di Mara Di Maura

 

Una commedia in nero quella portata in scena venerdì 30 aprile e domenica 2 maggio al teatro Don Bosco di Catania dalla compagnia Teatro Stabile Gravina-Doc-Bambinella, "Un killer chiamato Damigiana", opera di Carlo Mangiù. "Con questo lavoro brillante abbiamo voluto ricordare Carlo, un grande del teatro catanese, uomo umile, dotato di forte bontà e semplicità. Aver lavorato con lui mi riempie di orgoglio, di gioia e, nello stesso tempo, di tristezza per aver perso un grande compagno di scena." A parlare è Franco Torrisi, regista dello spettacolo nonché attore nella medesima rappresentazione dove interpreta il ruolo di Domenico Damigiana, malcapitato protagonista di una situazione paradossale quanto impregnata di equivoci che sanno di quotidianità. Quegli stessi equivoci che spesso rendono una commedia interessante per il pubblico proprio in virtù della loro facile riconoscibilità e della possibilità che offrono agli spettatori d’identificarvisi. "Si tratta di una satira che - precisa Torrisi- senza fare della retorica mette a nudo alcune realtà di tutti i giorni e le offre agli occhi del pubblico in una forma briosa e facilmente digeribile". Così vediamo muoversi sulla ribalta accanto a Domenico tutta una schiera di personaggi le cui vite ruotano attorno alla pensione di cui il protagonista è proprietario e le cui esistenze vengono fatalmente stravolte dalla condizione assurda in cui è invischiato lo sfortunato albergatore: ben dodici figure si susseguono sul palcoscenico nel corso dei tre atti in cui è scandita la commedia. L’intreccio ha come motore una valigia contenente il denaro che servirà da pagamento per l’omicidio dell’attore Gino Botta. Dunque una situazione drammatica che rievoca il sapore di un genere classico, il genere gangster. Tuttavia lo spunto rimane solo tale e Mangiù fa degli elementi polizieschi una mera cornice entro la quale far muovere gli equivoci più squisitamente appartenenti alla tradizione del teatro comico. Il nodo centrale della vicenda consiste nella necessità di eliminare un uomo e, per un caso fortuito, Domenico è costretto a diventare killer: la risata che scaturisce dalla paradossalità della situazione e dal ribaltamento dei ruoli nasce da una morsa ineluttabile che stringe il personaggio fino a soffocarlo e si veste pertanto di humor nero. La condizione asfittica in cui si trova il protagonista emerge in maniera assai palese nel finale in cui, in una dimensione surreale, Domenico, ormai esasperato, si chiude in un mondo tutto proprio, quel mondo dove può immaginare una realtà migliore di quella in cui effettivamente è imbrigliato. Tutti gli altri personaggi, a cominciare dai membri della sua famiglia, lo guardano attoniti. Ed in quello sguardo collettivo, enfatizzato dall’atmosfera onirica che aleggia sul palcoscenico in quel preciso momento, c’è anche tanta pietà. L’appuntamento con la compagnia Teatro Stabile Gravina-Doc- Bambinella si rinnova il 19 ed il 20 giugno con lo spettacolo conclusivo della stagione teatrale 2003-2004 dal titolo "Casa campagna".


 


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